Sin dal lontano 1996, grazie ad intere giornate passate nell’anticamera degli uffici di vari Enti e dopo un numero rilevante di domande in carta bollata, siamo riusciti, unica entità del soft air locale, ad ottenere la concessione di accesso alla maggior parte dei Forti della nostra città. Con la stessa costanza e dedizione siamo riusciti ad avere anche le concessioni di utilizzo, da privati ed Enti Locali, di altre diverse strutture ed aree di gioco uniche e prestigiose. Degno di nota soprattutto il fatto di aver ottenuto il permesso di utilizzare alcune strutture “chiuse” al pubblico. Per ottenere queste grandi opportunità, in tema di luoghi di gioco, la contropartita da noi offerta agli Enti ed ai privati, oltre all’eventuale pagamento di un obolo annuale, è quella di garantire una costante opera di controllo e minuto mantenimento delle aree ottenute. Occupandoci, ad esempio, della loro pulizia e decespugliazione periodica, della messa in sicurezza delle eventuali aree pericolose, della chiusura degli accessi abusivi, etc etc. Ovviamente questo ci obbliga sovente a “sorbirci” qualche domenica con decespugliatore, scopa e cazzuola in mano. Ma la possibilità di usufruire di questi meravigliosi siti di gioco val bene la pena di fare qualche sacrificio.
Di seguito una carrellata di descrizioni e foto inerenti alcuni dei nostri esclusivi siti di gioco, molte altre aree di gioco sono omesse in questo elenco poiché la loro divulgazione rischierebbe di vederle oggetto di frequentazioni di gioco illegali. Ovviamente la possibilità di utilizzare per lo svolgimento dell’attività del Soft Air (guerra simulata) un’area edificata dismessa è molto gradita a tutti i giocatori. Tanto che alcuni club concittadini svolgono i loro giochi unicamente in tali siti (il più delle volte in notturna) disdegnando perciò le ambientazioni boschive ed il gioco diurno.L’allenamento in costruzioni dismesse, cioè quello che gli habitué sono soliti definire “urbano”, ben si presta per gli allenamenti del Venerdì sera. Il gioco in ambiente “urbano”, a differenza del “boschivo”, richiede a giudizio dei più, un impegno maggiormente continuo del Softgunner. Ad esempio il numero delle operazioni di bonifica (cioè l’entrare in una stanza “sparando” con il giocattolo per eliminare o quantomeno interdire l’avversario), la necessità di illuminare, devono essere attentamente valutate; perché se da un lato aumentano la sicurezza dell’elemento in movimento, per contro dall’altro accrescono o rendono inevitabile la possibilità di essere rilevati.Insomma, al di là dell’intraprendenza dei giocatori, ci si trova sempre più spesso, specie se c’è affiatamento tra i gli elementi della squadra, di fronte ad un gioco nel complesso più “macchiavellico” di quello in area boschiva.
Forte Ratti
Gioco di squadra e virtuosismo sono elementi essenziali nel gioco. Genova presenta a questo riguardo alcune buone opportunità, per la maggiore tali possibilità sono rappresentate dai molti “forti”, dalle “batterie” e dai bunker, perlopiù in stato di abbandono, che caratterizzano tutte le alture poste alle spalle della città. Per fortuna le colline della nostra città, come detto in apertura, presentano numerosi altri complessi oggetto delle nostre attività ludiche; in particolare la zona detta dei Camaldoli, posta a levante della città, presenta la più alta concentrazione di strutture adatte ed utilizzabili per il gioco. Qui sono situati il Forte Ratti, la cava dei Camaldoli, i bunker del Richelieu, l’omonimo Forte Richelieu; ma cominciamo ora il nostro viaggio tra gli “urbani” della Superba e gli altri campi di gioco dei Corsari. Il paradiso degli urbani genovesi è il Forte Ratti, unici handicap sono la mezz’ora buona di cammino necessaria al raggiungimento dell’edificio (su un sentiero con oltre il 30% di pendenza) e la possibilità di trovarsi alla porta, una tantum, escursionisti o simpatiche orde di boy-scout. Il Forte è situato su un’altura che domina l’intera città, copre una superficie di 34.000 metri quadrati e conta un’ottantina di vani. Chi gioca da tempo nel Forte ha imparato a conoscere una moltitudine di accessi e passaggi interni tanto “segreti” quanto impervi che il più delle volte hanno parecchio impensierito i club ospiti. Le dimensioni e la conformazione del complesso, ricco di bastioni e terrapieni di notevole entità interni alla struttura muraria, consente sia il gioco prevalentemente urbano sia anche il gioco misto esterno/interno.
Cava dei Camaldoli
Scendendo dal Forte Ratti attraverso quello che rimane della vecchia strada militare si raggiunge una cava di cemento abbandonata detta dei Camaldoli. Questo complesso, attualmente sottoposto a probabili lavori di bonifica e messa in sicurezza da parte dei concessionari, è uno dei pochi urbani genovesi non rappresentati da edifici militari dismessi. La cava ricopre una superficie di oltre 50.000 mq. ed è caratterizzata da sei edifici di cui due di notevoli dimensioni collegati tra loro da uno scivolo pedonabile che è da sempre l’incubo di chi in squadra ha l’incarico di esploratore. Un altro edificio, altrettanto grande ma ad un solo piano, è presente nel piazzale principale; nell’area sono anche presenti sentieri in vegetazione fitta ed alcune piccole grotte di cui una taglia trasversalmente una grossa area soprastante.Insomma anche nel caso della cava siamo in presenza di un urbano che permette un gioco di ampio respiro con la possibilità di strutturare il gioco sia all’interno degli edifici che negli ampi spazi esterni. Non ultimo per i più “ginnici” vi è la possibilità di sviluppare addirittura giochi che prevedano l’impiego contemporaneo della cava e del sovrastante Forte Ratti.
Bunker Richelieu
Scendendo verso est e verso la città, lungo una strada sterrata ma comunque carrabile, troviamo alla nostra destra due importanti siti per l’attività del Soft Air: i bunker del Richelieu ed il Forte omonimo.I Bunker del Richelieu sono una moltitudine di piccole costruzioni, circa una decina, seminate lungo un crinale. Le costruzioni più recenti, ad opera del Reich, sono in cemento armato ancora provviste di tetto ed hanno, tra loro, alcuni corridoi di collegamento mentre quelle più in quota, probabilmente batterie antiaeree italiane, sono in mattoni pieni ed ormai a cielo aperto. In realtà le seconde meglio si prestano al gioco diurno offrendo, alla squadra in difesa, la possibilità di impegnare progressivamente gli attaccanti ripiegando poi nei bunker retrostanti.
Forte Richelieu
Al termine dei bunker, verso il mare, troviamo il Forte Richelieu che a differenza degli altri luoghi di gioco essendo provvisto di portone di chiusura non è condiviso da tutti i gruppi genovesi ma è in concessione demaniale esclusiva alla nostra Associazione. Le prime strutture del Forte, situato a circa 500 m. sul livello del mare, risalgono al 1747; esso ricopre una superficie quadrata di 21.000 metri con una ventina di vani a cui vanno aggiunti gli ambienti sotterranei. La contiguità con i bunker omonimi e le caratteristiche del terreno circostante rendono avvincente il gioco soprattutto nelle simulazioni di attacco e difesa dei due complessi.
Bunker di monte Moro
Spostandosi di qualche chilometro a levante troviamo altri bunker, sia sulle pendici del monte Moro che alle spalle del quartiere di Quinto. I bunker del Moro si sviluppano quasi completamente nel sottosuolo; ad oggi presentano un ingresso principale e due “passi duomo” che probabilmente servivano per servire e munizionare le batterie soprastanti. L’area attualmente agibile occupa un’area di circa 3.000 metri quadrati mentre la rimanente parte è stata “murata” subito dopo la guerra per motivi di bonifica.In relazione a tale fatto, poiché alla fine della seconda guerra mondiale tali bunker furono l’ultimo caposaldo delle truppe germaniche, tra la popolazione ed i Softgunners circolano le più disparate leggende metropolitane su tesori e cimeli nascosti. I bunker del Moro presentano la caratteristica di essere completamente privi di ingressi per la luce naturale, questo particolare li rende particolarmente graditi ai giocatori amanti del gioco notturno.
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Gioco di squadra e virtuosismo sono elementi essenziali nel gioco. Genova presenta a questo riguardo alcune buone opportunità, per la maggiore tali possibilità sono rappresentate dai molti “forti”, dalle “batterie” e dai bunker, perlopiù in stato di abbandono, che caratterizzano tutte le alture poste alle spalle della città. Per fortuna le colline della nostra città, come detto in apertura, presentano numerosi altri complessi oggetto delle nostre attività ludiche; in particolare la zona detta dei Camaldoli, posta a levante della città, presenta la più alta concentrazione di strutture adatte ed utilizzabili per il gioco. Qui sono situati il Forte Ratti, la cava dei Camaldoli, i bunker del Richelieu, l’omonimo Forte Richelieu; ma cominciamo ora il nostro viaggio tra gli “urbani” della Superba e gli altri campi di gioco dei Corsari. Il paradiso degli urbani genovesi è il Forte Ratti, unici handicap sono la mezz’ora buona di cammino necessaria al raggiungimento dell’edificio (su un sentiero con oltre il 30% di pendenza) e la possibilità di trovarsi alla porta, una tantum, escursionisti o simpatiche orde di boy-scout. Il Forte è situato su un’altura che domina l’intera città, copre una superficie di 34.000 metri quadrati e conta un’ottantina di vani. Chi gioca da tempo nel Forte ha imparato a conoscere una moltitudine di accessi e passaggi interni tanto “segreti” quanto impervi che il più delle volte hanno parecchio impensierito i club ospiti. Le dimensioni e la conformazione del complesso, ricco di bastioni e terrapieni di notevole entità interni alla struttura muraria, consente sia il gioco prevalentemente urbano sia anche il gioco misto esterno/interno.
Cava dei Camaldoli
Scendendo dal Forte Ratti attraverso quello che rimane della vecchia strada militare si raggiunge una cava di cemento abbandonata detta dei Camaldoli. Questo complesso, attualmente sottoposto a probabili lavori di bonifica e messa in sicurezza da parte dei concessionari, è uno dei pochi urbani genovesi non rappresentati da edifici militari dismessi. La cava ricopre una superficie di oltre 50.000 mq. ed è caratterizzata da sei edifici di cui due di notevoli dimensioni collegati tra loro da uno scivolo pedonabile che è da sempre l’incubo di chi in squadra ha l’incarico di esploratore. Un altro edificio, altrettanto grande ma ad un solo piano, è presente nel piazzale principale; nell’area sono anche presenti sentieri in vegetazione fitta ed alcune piccole grotte di cui una taglia trasversalmente una grossa area soprastante.Insomma anche nel caso della cava siamo in presenza di un urbano che permette un gioco di ampio respiro con la possibilità di strutturare il gioco sia all’interno degli edifici che negli ampi spazi esterni. Non ultimo per i più “ginnici” vi è la possibilità di sviluppare addirittura giochi che prevedano l’impiego contemporaneo della cava e del sovrastante Forte Ratti.
Bunker Richelieu
Scendendo verso est e verso la città, lungo una strada sterrata ma comunque carrabile, troviamo alla nostra destra due importanti siti per l’attività del Soft Air: i bunker del Richelieu ed il Forte omonimo.I Bunker del Richelieu sono una moltitudine di piccole costruzioni, circa una decina, seminate lungo un crinale. Le costruzioni più recenti, ad opera del Reich, sono in cemento armato ancora provviste di tetto ed hanno, tra loro, alcuni corridoi di collegamento mentre quelle più in quota, probabilmente batterie antiaeree italiane, sono in mattoni pieni ed ormai a cielo aperto. In realtà le seconde meglio si prestano al gioco diurno offrendo, alla squadra in difesa, la possibilità di impegnare progressivamente gli attaccanti ripiegando poi nei bunker retrostanti.
Forte Richelieu
Al termine dei bunker, verso il mare, troviamo il Forte Richelieu che a differenza degli altri luoghi di gioco essendo provvisto di portone di chiusura non è condiviso da tutti i gruppi genovesi ma è in concessione demaniale esclusiva alla nostra Associazione. Le prime strutture del Forte, situato a circa 500 m. sul livello del mare, risalgono al 1747; esso ricopre una superficie quadrata di 21.000 metri con una ventina di vani a cui vanno aggiunti gli ambienti sotterranei. La contiguità con i bunker omonimi e le caratteristiche del terreno circostante rendono avvincente il gioco soprattutto nelle simulazioni di attacco e difesa dei due complessi.
Bunker di monte Moro
Spostandosi di qualche chilometro a levante troviamo altri bunker, sia sulle pendici del monte Moro che alle spalle del quartiere di Quinto. I bunker del Moro si sviluppano quasi completamente nel sottosuolo; ad oggi presentano un ingresso principale e due “passi duomo” che probabilmente servivano per servire e munizionare le batterie soprastanti. L’area attualmente agibile occupa un’area di circa 3.000 metri quadrati mentre la rimanente parte è stata “murata” subito dopo la guerra per motivi di bonifica.In relazione a tale fatto, poiché alla fine della seconda guerra mondiale tali bunker furono l’ultimo caposaldo delle truppe germaniche, tra la popolazione ed i Softgunners circolano le più disparate leggende metropolitane su tesori e cimeli nascosti. I bunker del Moro presentano la caratteristica di essere completamente privi di ingressi per la luce naturale, questo particolare li rende particolarmente graditi ai giocatori amanti del gioco notturno.
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Bunker di Quinto
I bunker di Quinto, accademicamente fanno probabilmente, così come il complesso della “Dominante” e del bunker del Moro della 200^ Batteria del Regio Esercito, sono una postazione realizzata verso la fine della seconda guerra mondiale e sono situati in un’area scoscesa dalla vegetazione molto variegata, possiamo infatti trovarci impegnati a muovere alternativamente in piccole pinete, arbusti o tra l’erba folta ed ovviamente all’interno delle costruzioni. I bunker sono nella classica forma circolare e presentano anche alcune opere murarie di superficie tra loro collegate. Anche in questo caso il gioco attuabile è un misto di urbano e boschivo, unico neo del complesso è la dura “scarpinata” necessaria a raggiungere il sito.
Batteria Dominante
Alla sommità del crinale che accoglie i due siti prima descritti troviamo un complesso detto “batteria Dominante” si tratta probabilmente del casermaggio dei suddetti; dopo aver ospitato per alcuni anni un ristorante il sito si trova da ormai decenni in totale stato di abbandono. I Corsari pur essendo l’unico club ad averne la concessione di uso dal Demanio da sempre lo condividono bonariamente con gli altri club concittadini, in particolare con le associazioni aderenti al coordinamento detto “Patto d’Onore” (Big One e Spettri) che da quest’anno collaborano con i Corsari alle opere di pulizia e minuto mantenimento.
Torre di Quezzi
Su un crinale opposto a quello della cava ed a poche centinaia di metri dalle ultime abitazioni delle alture cittadine troviamo la Torre di Quezzi più comunemente chiamata da tutti “Torretta”. Le torri genovesi coetanee della Torretta erano in origine sette ed avevano funzioni di avvistamento e difesa in quanto erano poste all’esterno delle “nuove Mura” e quindi dotate di cannoniere. La Torre di Quezzi e posta a circa 600 metri di distanza dal Forte Quezzi, occupa una superficie di 240 metri quadrati ed è suddivisa in tre piani più i fondi per un totale di 1.800 metri cubi. Le dimensioni, piuttosto ridotte rispetto alle strutture descritte in precedenza, della Torretta ne deputano il gioco a piccoli gruppi oppure a giochi a “colpo singolo” o con la pistola. Degni di nota sono la facilità di raggiungimento in auto e le aree boschive circostanti dalle quali per mezzo della vecchia strada militare è possibile raggiungere il Forte Ratti.
Forte Diamante
Si trova dalla parte opposta della Val Bisagno ed il forte è posto strategicamente nel punto più alto, alle spalle delle mura cittadine, di un crinale che fa da sparti acque alle due maggiori vallate della città. L’opera di costruzione ebbe inizio nel 1747 dopo che la vetta fu occupata dalle truppe austriache al fine costituire una testa di ponte per l’assalto alle nuove mura, degno di nota il fatto che, durante la difesa della fortificazione, fu ferito Ugo Foscolo. La struttura copre una superficie di 18.000 metri quadrati; si contano una ventina di vani distribuiti su tre piani. Anche l’interno delle mura perimetrali presentano alcuni vani che ben si prestano ad offrire riparo ai giocatori in attacco. Molto bello il sistema di bastioni angolati (da cui il nome del forte) e le particolari mura concentriche che permettono una difesa centripeta in costante “arroccamento”. Per il raggiungimento dell’edificio sono necessari una trentina di minuti di cammino ma la vista e le possibilità di gioco offerte valgono certamente la fatica.
Colonia di Rovegno
I Corsari hanno concessione di gioco anche in altre aree, di proprietà pubblica o privata, ad esempio come la mitica Colonia di Rovegno. Spesso sede del prestigioso torneo nazionale chiamato “Two Bridges Too Far” famoso in tutta Italia per l’impiego dell’elicottero nelle fasi di gioco. La zona della colonia è fantastica, vi sono una moltitudine di edifici minori ed un boschivo a perdita d’occhio che da infinite possibilità ai teatri di gioco.
Altre aree
Le fasi di gioco, grazie soprattutto all’impiego di un mezzo di trasporto così insolito come l’elicottero, si estendono normalmente anche alle vicine zone boschive e fluviali del Trebbia e del Cassingheno. Elicottero a parte tra i nostri siti della Val Trebbia non possiamo fare a meno di citare le zone boschive circostanti i Due Ponti ed i siti rurali disabitati di Pian delle Gianè e di Viazzale (ricordiamo a chi avesse intenzione di effettuare in questi siti attività non autorizzate che così come per la Colonia di Rovegno, anche questi ultimi sono siti privati la cui frequentazione abusiva comporta il dover rispondere ad una denuncia per violazione in agro).
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I bunker di Quinto, accademicamente fanno probabilmente, così come il complesso della “Dominante” e del bunker del Moro della 200^ Batteria del Regio Esercito, sono una postazione realizzata verso la fine della seconda guerra mondiale e sono situati in un’area scoscesa dalla vegetazione molto variegata, possiamo infatti trovarci impegnati a muovere alternativamente in piccole pinete, arbusti o tra l’erba folta ed ovviamente all’interno delle costruzioni. I bunker sono nella classica forma circolare e presentano anche alcune opere murarie di superficie tra loro collegate. Anche in questo caso il gioco attuabile è un misto di urbano e boschivo, unico neo del complesso è la dura “scarpinata” necessaria a raggiungere il sito.
Batteria Dominante
Alla sommità del crinale che accoglie i due siti prima descritti troviamo un complesso detto “batteria Dominante” si tratta probabilmente del casermaggio dei suddetti; dopo aver ospitato per alcuni anni un ristorante il sito si trova da ormai decenni in totale stato di abbandono. I Corsari pur essendo l’unico club ad averne la concessione di uso dal Demanio da sempre lo condividono bonariamente con gli altri club concittadini, in particolare con le associazioni aderenti al coordinamento detto “Patto d’Onore” (Big One e Spettri) che da quest’anno collaborano con i Corsari alle opere di pulizia e minuto mantenimento.
Torre di Quezzi
Su un crinale opposto a quello della cava ed a poche centinaia di metri dalle ultime abitazioni delle alture cittadine troviamo la Torre di Quezzi più comunemente chiamata da tutti “Torretta”. Le torri genovesi coetanee della Torretta erano in origine sette ed avevano funzioni di avvistamento e difesa in quanto erano poste all’esterno delle “nuove Mura” e quindi dotate di cannoniere. La Torre di Quezzi e posta a circa 600 metri di distanza dal Forte Quezzi, occupa una superficie di 240 metri quadrati ed è suddivisa in tre piani più i fondi per un totale di 1.800 metri cubi. Le dimensioni, piuttosto ridotte rispetto alle strutture descritte in precedenza, della Torretta ne deputano il gioco a piccoli gruppi oppure a giochi a “colpo singolo” o con la pistola. Degni di nota sono la facilità di raggiungimento in auto e le aree boschive circostanti dalle quali per mezzo della vecchia strada militare è possibile raggiungere il Forte Ratti.
Forte Diamante
Si trova dalla parte opposta della Val Bisagno ed il forte è posto strategicamente nel punto più alto, alle spalle delle mura cittadine, di un crinale che fa da sparti acque alle due maggiori vallate della città. L’opera di costruzione ebbe inizio nel 1747 dopo che la vetta fu occupata dalle truppe austriache al fine costituire una testa di ponte per l’assalto alle nuove mura, degno di nota il fatto che, durante la difesa della fortificazione, fu ferito Ugo Foscolo. La struttura copre una superficie di 18.000 metri quadrati; si contano una ventina di vani distribuiti su tre piani. Anche l’interno delle mura perimetrali presentano alcuni vani che ben si prestano ad offrire riparo ai giocatori in attacco. Molto bello il sistema di bastioni angolati (da cui il nome del forte) e le particolari mura concentriche che permettono una difesa centripeta in costante “arroccamento”. Per il raggiungimento dell’edificio sono necessari una trentina di minuti di cammino ma la vista e le possibilità di gioco offerte valgono certamente la fatica.
Colonia di Rovegno
I Corsari hanno concessione di gioco anche in altre aree, di proprietà pubblica o privata, ad esempio come la mitica Colonia di Rovegno. Spesso sede del prestigioso torneo nazionale chiamato “Two Bridges Too Far” famoso in tutta Italia per l’impiego dell’elicottero nelle fasi di gioco. La zona della colonia è fantastica, vi sono una moltitudine di edifici minori ed un boschivo a perdita d’occhio che da infinite possibilità ai teatri di gioco.
Altre aree
Le fasi di gioco, grazie soprattutto all’impiego di un mezzo di trasporto così insolito come l’elicottero, si estendono normalmente anche alle vicine zone boschive e fluviali del Trebbia e del Cassingheno. Elicottero a parte tra i nostri siti della Val Trebbia non possiamo fare a meno di citare le zone boschive circostanti i Due Ponti ed i siti rurali disabitati di Pian delle Gianè e di Viazzale (ricordiamo a chi avesse intenzione di effettuare in questi siti attività non autorizzate che così come per la Colonia di Rovegno, anche questi ultimi sono siti privati la cui frequentazione abusiva comporta il dover rispondere ad una denuncia per violazione in agro).
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I Corsari usufruiscono anche di molti altri luoghi di gioco: in Val Fontanabuona, nella zona dei laghi delle Giacopiane, nel vasto comprensorio dei Piani di Praglia e soprattutto di svariati campi di allenamento posti nella zona di Sant’Ocese. Ma questi siti saranno protagonisti di altre pagine del nostro sito. Vi aspettiamo per offrirvi la possibilità di usufruire di questa moltitudine di scenari esclusivi.
testo di: Andrea De Benedetto (Corsari ASG Team)